Chiusi in casa, quale modo migliore di fuggire se non con la fantasia e un pizzico di letteratura?
Siamo a New York, ed è il 1958. Voi siete Truman Capote, l’autore di Colazione da Tiffany. Siete in tutto e per tutto uno scrittore di successo, fino a quando non scoppia la lampadina di un’idea: scrivere un romanzo memorialistico che avrebbe rappresentato l’alta società newyorchese, con i suoi segreti e i suoi vizi, i suoi intrighi e i suoi tradimenti. Avete in mano una bomba ad orologeria.
Preghiere esaudite, il libro e il successo
Tic – Tac. Il libro in questione è “Preghiere esaudite” (ne è uscita nel 2019 una ristampa bellissima, edita da Garzanti), l’ultimo: previsto in otto pezzi, i 3 capitoli dell’opera furono pubblicati tra il 1975 e il 1976 sulla rivista Esquire con enorme successo. Capote celò in quelle pagine personaggi reali dietro un fine gioco a metà tra fiction e non-fiction, raccontando fatti veri, scandali, vizi, tradimenti, abitudini sessuali, il lusso e lo spreco di personaggi che la gente invidiava.
Fu il suo ultimo libro- e uscì postumo- perché quelle pubblicazioni gli crearono non pochi problemi.
Dalle stelle alle stalle
Boom: La reazione dei personaggi reali descritti nei tre pezzi, rivelati nelle loro debolezze e cafonerie, fu violentissima. Potete immaginare: dalle stelle alle stalle. Fu bandito da tutta quell’élite, evitato ed emarginato da tutti i vecchi amici. Da allora, Capote si consumò nell’abuso di droga e alcol e non riuscì mai a finire l’opera, che uscì in Inghilterra nel 1986; in America fu pubblicata nel 1987.
Tra quelle amiche di Capote che alimentavano la vena dello stile newyorkese c’era anche un’italiana, Marella Agnelli. Che aveva, come tutte, polvere sotto il tappeto. E si comportava come se non si sapesse. Fu per questo, per come sopportava i tradimenti continui del marito, forse, che Capote aveva ribattezzato l’amica Marella proprio “The Last Swan”, l’ultimo cigno.
Dal collo lungo e dall’eleganza invidiabile, Marella e suo marito furono anche i pochi a partecipare al famoso ballo in maschera ‘Black & White’ al Plaza Hotel di New York dato proprio da Capote, nel 1966, per festeggiare l’uscita di quello che sarebbe stato il suo più grande successo, “A Sangue freddo”.
500 persone e 15mila nemici
Per farvi capire la portata e il tenore dell’evento, Capote disse: “Ho invitato cinquecento persone e mi sono fatto 15mila nemici”, perché non sapeva ancora, che rivelare i segreti di quelle cinquecento persone avrebbe spalancato la finestra sulla vita vera, lontano da quelle terrazze dove le bollicine di champagne erano le uniche spettatrici di baci fugaci e segreti.
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Ho 25 anni, mi sono laureata in Lettere Moderne all’Università degli Studi dell’Aquila e ho conseguito la Specialistica, sempre in Lettere Moderne, all’Università di Siena. Sono iscritta all’ordine dei giornalisti d’Abruzzo, nell’albo dei Pubblicisti. Capricorno vero, tragicomica, guardo film impegnati ma alla fine amo solo Bridget Jones. Credo nel dio della gentilezza, nelle piccole cose, nelle parole scelte con cura, negli aperitivi con le amiche.
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